“ATLETI AL TUO FIANCO”: il contributo di Morelli pilone del Rugby Calvisano

“Atleti al tuo fianco”
Il mondo dello sport nella lotta contro il cancro

Può lo sport accogliere tra le sue braccia e ridare fiducia e carica dopo una drammatica perdita? Sembrerebbe di sì leggendo l’intervista che Gabriele Morelli, pilone del Rugby Calvisano, ha rilasciato all’interno del progetto di prevenzione oncologica “Atleti al tuo fianco”, diretto dal dott. Alberto Tagliapietra e patrocinato da aRenBì Onlus. Perdere un padre a soli 13 anni può rappresentare un dramma insuperabile ma è proprio lo sport, ed in questo caso
specifico il rugby, che sembra essere stato in grado di offrire i mezzi per potersi esprimere, giungendo ad una realizzazione umana e sportiva che emoziona. Secondo le parole di Morelli «l’ambiente del rugby mi ha accolto come un figlio e mi ha cresciuto» permettendogli uno sviluppo sano e che oggi possiamo giustamente definire di successo.
Quattro volte campione d’Italia, oltre a aver vinto due Trofei Eccellenza, Morelli è oggi una
delle pedine fondamentali del Rugby Calvisano. L’importanza della sua testimonianza, la
prima di questo sport all’interno del progetto “Atleti al tuo fianco”, è giustificata dalla
vicinanza tipologica tra il mondo dello sport e quello oncologico. «Nel rugby si dice sempre
“passo la palla e vado in sostegno”, perché dopo che l’hai passata non è finita, il tuo compito
ora è garantire una protezione per il compagno». Una modalità simile avviene durante il
percorso che un paziente malato di cancro incontra nel suo percorso: i momenti di
miglioramenti sono, talora, interrotti da arretramenti, peggioramenti che non influiscono
solamente sul corpo ma, in maniera consistente, sulla fiducia nella guarigione. E lì avviene
una mancanza che rischia di influire su tutto il percorso verso la guarigione. Parlando
specificatamente di rugby e senza intervenire nel campo medico, Morelli sembra offrire una
lezione di vita trasversale: per avanzare verso la metà l’arretramento è concepibile, è
inerente al movimento stesso, al processo evolutivo. Ma ciò’ che è necessario non perdere è
l’obiettivo: «in una partita di rugby, non si pensa alla meta di per sé, ma a come vincere».
Dunque, non la singola meta, il singolo obiettivo temporaneo e sempre in discussione, ma
quello finale.
Grande importanza ha ricoperto, nell’intervista con il dott. Alberto Tagliapietra, la riflessione
intorno al “dolore”, sia quello fisico che mentale. «Il problema è riuscire a convivere con
questo: ci sono dei dolori che quando ormai arrivi a trent’anni conosci e sai che sono gestibili,
mentre altri non lo sono». Se il dolore fisico è qualcosa che rimane localizzabile e, attraverso
la propria esperienza, è immaginabile affrontarlo per cercare di combatterlo e vincere, quello
psichico tocca un altro “luogo”, difficilmente localizzabile. Qui torna con forza la fiducia che il
rugby, attraverso l’ambiente dei compagni, degli allenatori, dei preparatori e dei dirigenti, ha
saputo infondere in un ragazzo il cui destino aveva rapito entrambi i genitori. «Nel mio
percorso agonistico non ho mai lasciato che questi problemi prendessero il sopravvento: dico
sempre che se vogliamo vincere dobbiamo cercare di isolare tutti i problemi. Questo è stata
la cosa più difficile che ho fatto negli anni da capitano: riuscire ad estromettere i pensieri
disturbanti e cercare di trasmettere entusiasmo agli altri ragazzi, facendo capire che quello
che c’è fuori non è della squadra, e che la squadra può cercare di aiutarti a non pensare ai
problemi fuori per creare un ambito che, isolato dal resto, sarà un cardine costante che
migliorerà la tua vita nel suo insieme, che comprende anche i problemi». Parole forti, piene di
coraggio e di saggezza che hanno scolpito il carattere e il percorso di questo grande campione
dello sport italiano.

“Atleti al tuo fianco”, iniziativa di prevenzione oncologica guidata dal dott. Alberto Tagliapietra, medico chirurgo con DAF in psico-oncologia, patrocinata da Arenbì Onlus e che coinvolge diversi sportivi nella lotta contro il cancro.

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